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Vacanze spagnole

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Nel corso di questa estate sono stata con mia figlia presso degli amici che abbiamo in Spagna, precisamente ad Algeciras che si trova sullo Stretto di Gibilterra.

Abbiamo avuto modo di svolgere due immersioni con un Club subacqueo locale di cui allego il link http://www.buceoelestrecho.com/.

Ci è sembrato di essere “a casa” perché lo stile e il modo di fare rispecchiava molto del Verona Sub per generosità, amicizia, divertimento, sicurezza, aiuto, il tutto però condito con un pizzico folcloristico spagnolo.

In entrambe le volte siamo state accompagnate da una fotografa professionista – Palma del Valle – di cui inserisco le foto.

Con la prima uscita in gommone siamo state al Timoncillo dove abbiamo potuto visitare un sito biologicamente e archeologicamente molto interessante. Alla profondità di 20 metri si trovano una serie di massi rocciosi disposti perpendicolarmente alla costa e sono colonizzati da bellissime formazioni di gorgonie oltre alla presenza di resti di anfore romane.

La seconda uscita è stata invece su un relitto definito “Barco de las habichuelas” perché trasportava barili di fagioli e fave.

In un fondale tra 8 e 12 metri la barca affondata perpendicolare alla linea di costa, è spezzata in tre tronconi e presenta una varietà di vita marina combinata tra piante e animali da giustamente farla apprezzare all’interno della Zona di Riserva Marina del Parco Naturale dello Stretto di Gibilterra.

Tuffate dal gommone il primo incontro – fugace e quasi irreale – è stato con un tonno di circa 1,5 m che è passato giusto sotto le pinne di Claudia senza che lei se ne sia accorta.

Discese lungo la cima della boa abbiamo iniziato la perlustrazione del troncone di poppa che è posizionato sul fianco sinistro ricco di incrostazioni. Abbiamo proceduto sul tavolato del centro barca adagiato sul fondale in linea di navigazione, stranamente desolato e privo di vita, fino a giungere alla prua appoggiata sul fianco destro. In questo caso siamo entrate all’interno perché gli spazi permettono una confortevole serie di osservazioni e movimenti fino a quando si arriva alla finestra di uscita.

Ecco la piccola sorpresa: girando a sinistra si accede alla scala che portava alla parte sotto del ponte e salendo di un metro circa si arriva a una cavità della struttura nella quale si è probabilmente creata a suo tempo una bolla d’aria ora mantenuta dalla visita dei sub che percorrono l’interno e che resta asciutta.