Lavori sulle piattaforme sommerse di Torri.
Domenica 14 dicembre, come programmato, si sono organizzate le operazioni per il miglioramento delle condizioni di sicurezza nelle immersioni sulle piattaforme profonde di Torri del Benaco.
Le condizioni meteo erano poco incoraggianti ma, la notizia della presenza di una rete impigliata tra la piattaforma dei 30 e quella dei 40 m, molto pericolosa per ignarì visitatori subacquei, oltre che ostacolo per le lavorazioni in programma, induceva la squadra di operatori subacquei ad intervenire comunque.
Dopo un accurato briefing, verificate le capacità e le esperienze necessarie per assegnare ai Volontari i vari compiti previsti, si è deciso di procedere operando con due squadre di sommozzatori: la prima aveva il compito di portarsi sulla piattaforma dei 30 m e, dopo aver valutato attentamente la situazione, eventualmente di applicare dei galleggianti gonfiabili alla rete stessa, per incontrarsi successivamnte, in prossimità della piattaforma dei 40 m, con la seconda squadra che, nel frattempo, sarebbe scesa direttamente a 40 m sui due corpi morti posti nelle vicinanza della piattaforma, con il compito di togliere i morsetti che tenevano legata una catena abbandonata, per ricongiuntersi, finito il lavoro, con la prima squadra per iniziare a liberare dalla base la rete che avrebbe dovuto salire in superfice, trascinata dai galleggianti precedentemente posati.
Come previsto, dopo la partenza della prima, come da programma ci siamo immersi come seconda squadra sui basamenti abbandonati vicino alle piattaforme ed abbiamo iniziato a lavorare staccando per primi i morsetti dalla catena, la visibilità era resa nulla dal buio della profondità e dalla sospensione sollevata per cui le torce non riuscivano ad illuminare le operazioni, tuttavia, pur lavorando alla cieca, eravamo riusciti a liberare i morsetti unendoli poi fra loro per non perderli, cercando poi di capire quale era il capo della catena per poterla sfilare dal basamento in una successiva immersione.
Raggiunto il tempo programmato per il lavoro in profondità, sempre tenendo conto dello sforzo necessario per eseguire i lavori, siamo tornati alla piattaforma dei 40 m per ricongiungerci alla prima squadra, che però non era presente per cui, visti inutili i segnali luminosi con le torce, come previsto dal piano B in caso di mancato ricongiungimento, avevano iniziato la risalita.
Il debriefing ha poi chiarito quanto era successo dopo la separazione delle due squadre alla piattaforma dei 20 m: la prima squadra, come da programma era andata verso la piattaforma dei 30 m ma, arrivati nelle vicinanze, avevano valutato il pericolo dato dalle dimensioni della rete impigliata che, oltre a scomparire nel blu sottostante si estendeva verso l’alto per altri 20 mt circa, per cui, constatata l’impossibilità di seguire il programma prefissato si erano spostati dalla pericolosa rete per raggiungerci a 40 m, ma noi avvolti in una nuvola di sospensione, non eravamo visibili né potevamo vedere i segnali luminosi dei compagni, per cui, raggiunto il tempo massimo di permanenza previsto, avevano iniziato la risalita, prima che noi terminassimo il lavori.
Come sempre, la sicurezza viene prima di tutto, per cui la decisione di sospendere le operazioni, rimandandole a prossime immersioni, é stata prioritaria a qualsiasi lavoro, anche se programmato.
Il prossimo capitolo ” 3 – PIATTAFORME” prevederà come prima operazione, la bonifica della zona interessata dalla pericolosa rete, per cui non mancate al prossimo articolo che vi racconterá come lo sviluppo delle operazioni.
Enzo Nadalini